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Ritratto d'artista

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mascag"I colletti duri di Mascagni l'acconciatura delle sue chiome tosto adottata sul nome di lui, i suoi soprabiti corti, alla Picadilly, suscitavano una specie di sommessa emozione. Signore e signorine andarono tosto pazze pel maestro livornese. Ancora oggi sentiamo dire da donne oramai vecchie e gratificate da stuoli di nipotini, quanto le antiche madri vigilassero attentamente al loro entusiasmo mascagnano, sulla improvvisa mania di saper tutto di lui, di scrivere di nascosto a Mascagni, di procurarsi sue fotografie."
(Giulio Gonfalonieri )

Fisico prestante, la chioma fluente, la parlata aperta, lo sguardo luminoso e penetrante, affascinante, alla moda, irruente, Mascagni fece tutta la vita stragi di cuori femminili.

Con una faccia tosta a dir poco incredibile rassicurava la moglie sulla sua fedeltà ricorrendo ad un'arma infallibile: la distruzione delle possibili rivali. Basta leggere il giudizio dato del soprano Nellie Melba: "è una mummia, una marionetta": In realtà si vociferò su una possibile breve relazione del musicista con la cantante che nel 1893, a Londra al Covent Garden, interpretò l'opera I Rantzau diretti dall'autore.

Il nome della Melba circolò spesso in famiglia e fu al centro di un significativo incidente: Mascagni si trovava in albergo con la moglie, donna Lina, la figlia Emy e il nipotino Piermarcello (Bubi). All'ora di pranzo le due signore e il bambino precedettero il musicista a tavola, il piccolo Bubi golosissimo come il nonno, s'informò subito della lista dei dolci: il cameriere rispose "Per gelato c'è la Coppa Melba" e Donna Lina aggiunse "Coppa Melba come una donnaccia di tuo nonno!". Poco dopo arrivò Mascagni, chiese subito la lista dei desserts e il piccolo si affrettò a spiegare al nonno che come gelato c'era "La coppa Annuccia". A distanza di molti anni il nipote ricordava perfettamente i due forti calcioni ricevuti sotto il tavolo dai nonni.

Annuccia non era una amante ma "L'Amante"

anna20lolliDonna Lina in realtà non si faceva ingannare perché conosceva il suo Pietro, però nulla poté contro Anna Lolli, il grande amore del musicista dal 1910 fino alla morte di lui nel 1945. Trentacinque anni nei quali il musicista si divise tra la famiglia e la compagna. Quando nel 1910 Pietro ed Anna s'incontrarono lei aveva 22 anni e lui 47.

Mascagni aveva un debole per l'Emilia Romagna. Da Parma veniva Lina e da Bagnara di Romagna arrivò Anna Lolli, l'affascinante corista dalla bella voce. Disse di lei il maestro Ricci: "Bella, gentile, con un volto sereno… le labbra carnose, sensuali, due grandi occhi verdi, stupendi."

Un piccolo Museo ricavato nella canonica di Bagnara di Romagna raccoglie un importante carteggio (quasi cinquemila lettere) e testimonianze della vicenda amorosa di Mascagni.

Per trentacinque anni il musicista ebbe due famiglie ognuna delle quali sapeva dell'esistenza dell'altra. Annuccia donna discreta e riservata si trasferì a Roma per stare più vicina a Mascagni, e condusse un'esistenza appartata, quasi da reclusa; viveva in attesa di una visita del musicista o di una lettera.

Fu per lui una saggia consigliera, ne raccoglieva gli sfoghi e le incertezze, lo rincuorava nei momenti difficili. E Pietro non mancò di mai di esprimere i propri sentimenti: la stessa passionalità, ma anche la stessa tenerezza e la stessa forza che si ritrova nelle sue opere.

La Lolli riuscì a vivere con lui solo durante la preparazione di Parisina, dal luglio al dicembre del 1912, in Francia insieme a Gabriele D'Annunzio e alla figlia del musicista Emy, che aiutò il padre a coprire la vicenda nei confronti di Donna Lina.

Alla Lolli furono dedicate le opere Isabeau e Parisina.

 

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